Cooperare è un modo di stare insieme, di realizzare progetti, di governare il presente e pensare al futuro. Cooperare ci restituisce un bene prezioso che è la relazione con gli altri. Un bene che a volte scarseggia perché i tempi che viviamo ci impongono di correre, quasi sempre da soli, per raggiungere chi sta davanti.
Cooperare è invece un processo paziente, accessibile a tutti, possibile dovunque. Non è un caso che si cooperi anche in carcere, dove si è indotti a credere che prevalga individualità ed egoismo. E si coopera in imprese di ogni tipo, a tutte le latitudini, a qualsiasi età.
Cooperativitudine è la parola che racchiude tutto questo e che ci fa pensare a uno stile di vita, nei campi, in mare, dietro una scrivania, su un tavolo operatorio, in una farmacia, a teatro, in un giardino da pulire, in un negozio, in banca, in un centro di accoglienza o in un nido per l’infanzia, vivendo in comunità, costruendo percorsi di convivenza e di benessere. È la cura per noi e per gli altri, è sapere che non siamo soli e che per non rimanere soli dobbiamo impegnarci tutti i giorni.
Con questo report Confcooperative chiude una stagione lunga dieci anni, durante la quale abbiamo rappresentato il nostro impegno rendendo conto di strategie, visione e prospettive di breve e lungo termine. Mentre iniziavamo questo percorso le Nazioni Unite, riunite a Parigi nel 2015, hanno ratificato l’Agenda 2030 con 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che sono diventati il benchmark di ogni attività svolta con l’attenzione alle generazioni presenti e future, al Pianeta e al loro benessere.
Sono già passati nove anni da allora. Anni densi di eventi, perlopiù drammatici, che rendono ancora più urgente lo sforzo di ridurre le diseguaglianze, rendere equo l’accesso alle risorse, favorire l’emancipazione delle donne, promuovere lavoro dignitoso, difendere i diritti delle persone e dell’ambiente naturale.
L’Agenda 2030 è un appuntamento con la storia ma la storia siamo noi. Tutti i giorni.
Maurizio Gardini
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