La formula societaria "cooperativa" fu introdotta inizialmente dal Codice di commercio del 1882 (artt. 219 - 228).
Tuttavia, già prima di quella data vi sono tracce significative di alcune esperienze cooperative nella provincia di Brescia: in campo agricolo, risale addirittura al 1841 la costituzione della società Lago di Garda tra possessori di agrumeti e che, con l'entrata in vigore del Codice di commercio, nel 1883 prederà formalmente la veste di cooperativa.
Altri esempi li troviamo nel settore del consumo di beni alimentari, con il Magazzino cooperativo alimentare (1877); in quello della produzione e lavoro, che vede già nel 1860 la comparsa di una società operaia di mutuo soccorso tra sarti; o, ancora, in quello del credito, con la banca popolare di Salò (1869), Montichiari (1870), Desenzano e Brescia (1871), Lonato e Palazzolo s/o (1872).
A partire dal 1882, le cooperative aumentano costantemente fino toccare, nel decennio 1911-1920, la quota di oltre 400 fondazioni annue. Messa a dura prova durante il ventennio fascista, all'indomani della fine della seconda guerra mondiale la cooperazione bresciana si riorganizza immediatamente dando vita alla "Alleanza provinciale delle cooperative e delle mutue", con sede in via Gambara, a Brescia.
Il 31 dicembre del 1945 si contano già 309 cooperative aderenti.
Coinvolta in quella particolare stagione politica italiana, alla fine del 1947 la Federazione delle cooperative - che nel settembre di quell'anno si è trasferita in Piazza Vittoria - si trova nel mezzo di altre due centrali cooperative.
Una, di sinistra e facente riferimento alla Lega delle cooperative; l'altra, aderente alla Confederazione cooperative italiane, costituita l'11 febbraio del 1948 con il nome di "Unione provinciale delle cooperative".
Dopo alcuni anni di precaria unità interna, la netta prevalenza di rappresentanti democristiani ai vertici della Federazione porta alla fusione tra la stessa e l'Unione provinciale delle cooperative.
Nasce così, il 30 aprile 1952, l'Associazione Provinciale delle Cooperative e delle Mutue, che aderisce alla Confederazione cooperative italiane. Nel 1953 le cooperative aderenti all'Associazione sono 558.
Nel 1963 si costituisce a Roè Volciano (Brescia) la prima cooperativa sociale nata in Italia.
Si tratta della cooperativa S.Giuseppe, sorta sotto la guida forte e discreta di Giuseppe Filippini.
Grazie ad un artificio legale, infatti, la S.Giuseppe per prima riuscì ad aggirare il vincolo della 'mutualità interna'.
Questa venne sostanzialmente dilatata oltre la tradizionale cerchia dei soci, prevedendo nel proprio Statuto come scopo della cooperativa "l'elevazione morale dei soci, dei loro figli nati o nascituri, loro parenti fino al IV grado mediante lo svolgimento di ogni attività formativa, educativa, ricreativa, assistenziale e caritativa (art.3)".
In seguito, grazie all'appoggio dell'Unione provinciale delle cooperative - come si chiamerà a partire dal 1973 - e al sostegno di parlamentari bresciani come Franco Salvi, un'idea che a molti sembrava utopistica incominciò a farsi strada, fin tanto che nel 1991 l'approvazione della Legge n° 381 ha espressamente riconosciuto lo specifico di questa particolare forma di sodalizio sociale.
Ma oltre il settore sociale a Brescia la cooperazione ha sempre trovato collocazione in tutti i settori produttivi, fornendo risposte adeguate alle esigenze e ai problemi che, man mano si affacciavano sul territorio.
La cooperazione nel settore agro-alimentare è uno dei principali strumenti che consente al mondo rurale di assimilare le tecniche moderne, la cui adozione favorisce la crescita economica e sociale della comunità.
Questo tipo di cooperazione può assumere forme diverse e adattarsi a molteplici esigenze locali, a Brescia ha avuto uno sviluppo particolare nella zona di Montichiari, dove la ricchezza di esperienze ha valorizzato ed esaltato al meglio le risorse territoriali, facendone un vero e proprio punto di forza nei rispettivi comparti.
Le cooperative di consumo si fondano inizialmente sull'esigenza delle famiglie di soddisfare i bisogni primari utilizzando al meglio le scarse risorse finanziarie disponibili.
Oltre alla difesa del potere d'acquisto dei soci, la distribuzione associata si è posta altri obiettivi legati al ruolo attivo del socio consumatore: la programmazione degli acquisti, la selezione dei prodotti in base a criteri di genuinità e al rapporto qualità-prezzo, l'offerta di servizi informativi e di educazione al consumo.
Le cooperative di produzione e lavoro sono fonte di molteplici opportunità, rispondono alle esigenze delle fasce deboli del mercato del lavoro, contribuiscono alla riconversione delle aziende in crisi, rappresentano uno sbocco per l'imprenditoria giovanile, ed alle esigenze di aggregazione dei lavoratori atipici.
Accanto alla gestione attiva dell'appalto di opere tradizionali nel campo delle costruzioni, dell'industria e dell'artigianato, della logistica e del trasporto, la cooperazione di produzione e lavoro si estende sempre più negli spazi creati dall'affermarsi di nuove realtà quali i servizi vari all'impresa, l'ambiente, l'ecologia, i problemi energetici, la protezione civile, il terziario avanzato, fino ai servizi richiesti sempre più da enti locali, da persone e da famiglie.
La cooperativa nel settore edilizio vanta, anch’essa, origini bresciane che devono essere cercate nell’intuizione e nella feconda opera di Padre O.Marcolini che, raccolta la voce di molti lavoratori sempre in cerca di casa decise che era”meglio avere una casa che dura vent’anni che aspettare una casa per vent’anni” e fonda la cooperativa "La Famiglia"nel 1954.
Le cooperative edilizie si propongono, quindi, come scopo l'assegnazione di un alloggio, in proprietà o in affitto, ai soci e rientrano in questo settore anche le cooperative tra artigiani costituite al fine di costruire i capannoni e gli uffici per la propria attività produttiva.
La realtà delle cooperative culturali è cresciuta con l'intento di promuovere iniziative di produzione culturale fondate sui valori più consoni alle caratteristiche sociali del territorio.
La cooperazione culturale è impegnata direttamente nel settore audiovisivo, nell'editoria, nello spettacolo, nella promozione di eventi culturali, nella gestione di librerie e di attività museali, nelle sinergie tra pubblico e privato.
Le cooperative turistiche sono diffuse su tutto il territorio provinciale con lo scopo di soddisfare la domanda crescente di servizi per la fruizione del tempo libero, per il marketing territoriale e i servizi di incoming.
Le cooperative sportive gestiscono impianti sportivi (piscine, stadi di calcio, ecc) organizzando manifestazioni a carattere internazionale, promuovendo l'agonismo nelle più svariate discipline.
Negli ultimi anni l'interazione con il Pubblico ha generato esperienze di project financing mettendo insieme capacità progettuali e capacità gestionali, nell'offerta di servizi al tempo libero.
Un discorso a parte meritano le cooperative nel settore creditizio che si differenziano dalle altre cooperative non tanto per la loro natura quanto per la loro particolare funzione di operatori del credito.
Sono cooperative che valorizzano le risorse economiche locali e quindi sono operatrici attive dello sviluppo economico e sociale del proprio territorio.
L'idea di fondo che le ha ispirate fu quella di fondare l'erogazione del credito sul lavoro e non sul risparmio.
Con questo principio che intrecciava realismo e una buona dose di idealità sociale si mosse l'opera dei promotori.