Aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei provvedimenti
pubblici e sulle azioni dei diversi livelli di Confcooperative nella complessa e imprevista settimana
di Emergenza Epidemiologica da COVID-19, noto come Coronavirus, protrattasi con l’emanazione,
nella giornata di domenica 1° marzo 2020, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
“Ulteriori disposizioni attuative del decreto – legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti
in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID – 19”, valido dal
2 marzo 2020 ed efficace, salvo diverse previsioni contenute nelle singole misure, fino all’8 marzo
2020.
Il testo è stato inviato anche da Confcooperative Lombardia, che aggiorna costantemente un’apposita sezione del sito web dedicata al Coronavirus.Il nuovo decreto recepisce e proroga alcune misure già adottate per il contenimento e la gestione
dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e introduce ulteriori misure finalizzate a disciplinare
in modo unitario il quadro degli interventi e a garantire uniformità su tutto il territorio nazionale nell’attuazione dei programmi di profilassi.
LIVELLO NAZIONALE
Sul piano sindacale Confcooperative ha partecipato ad una serie di incontri, segnatamente con il Ministro dell’Agricoltura, il 24 febbraio, e con il Ministro del Lavoro e con il Ministro dello Sviluppo
economico, il 25 febbraio.
All’incontro con il Ministro dello Sviluppo economico, Confcooperative ha anzitutto esortato le istituzioni a valutare attentamente l’impatto delle misure adottate sul sistema economico del Paese, “per non lasciare solo cenere una
volta superata questa drammatica crisi”. Il movimento cooperativo risente fortemente dell’emergenza e delle conseguenze delle misure straordinarie (“l’impatto occupazionale
dell’emergenza sanitaria nei settori della cooperazione sociale, delle attività culturali e del turismo,
Associazione riconosciuta giuridicamente con D.P. Reg. n. 429 del 26/05/2016 – C.F. 80017810179 – REA 366059 – PEC: brescia@pec.confcooperative.it
della ristorazione e dei servizi di pulizia, logistica, trasporto e del settore agroalimentare è pari a tre
volte quello dell’Ilva”), con le cooperative del welfare che stanno affrontando gli effetti della chiusura di asili e scuole per l’infanzia; le cooperative che gestiscono servizi di pulizia e ristorazione;
le cooperative impegnate nei settori della logistica, del trasporto locale, fortemente danneggiate anche se operanti in territori diversi da quelli colpiti dalle ordinanze; le cooperative del settore
agroalimentare, che subiscono per giunta l’aumento dei costi logistici, il blocco degli ordini dall’estero e l’aumento improvviso (e in parte artificioso) dei prezzi, oltre alla situazione gravissima
dei lavoratori delle imprese sospese o comunque danneggiate dall’emergenza; fino ad arrivare al settore della cultura e del turismo, pressoché “in ginocchio”, con effetti “non misurabili solo in
termini di impatti diretti ma anche in termini di prospettive future”.
Confcooperative ha poi avanzato proposte di sostegno alle imprese e ai lavoratori delle zone colpite dai provvedimenti restrittivi e a quelle che, pur non operando in tali territori, operano in settori che
maggiormente risentono delle conseguenze negative dell’emergenza (anche attraverso indennizzi, contributi o misure fiscali alle imprese che hanno subito danni indiretti, purché dimostrabili). Tali misure dovranno essere accompagnate dalla rimeditazione dei divieti previsti per l'autotrasporto
merci (data l'eccezionalità del momento e la necessità di approvvigionare gli esercizi commerciali)
e dalla definizione di misure di emergenza per l’accesso agevolato al credito per tutti i settori e la sospensione del pagamento delle rate dei mutui. È stata infine rimarcata la necessità che le misure
in programma non si limitino alla sospensione dei versamenti tributari; che tale sospensione non sia inferiore a dodici mesi (come già avvenuto per gli eventi sismici); e che, in ogni caso, al termine
del periodo di sospensione, si prevedano ragionevoli dilazioni di pagamento. Quanto al profilo istituzionale di gestione dell’emergenza, l’Alleanza ha proposto l’istituzione di una cabina di regia in cui coordinare e armonizzare le iniziative regionali e locali.
Allo stato attuale si registrano le prime linee d’intervento riguardanti il c.d. lavoro agile (legge 81/2017 artt. 18-23), attivabile senza accordo con il dipendente nelle Regioni Emilia-Romagna, FVG,
Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria (zone gialle) secondo le indicazioni date con il nuovo DPCM 25 febbraio, pubblicato il 25 febbraio in GU.
LIVELLO REGIONALE
Confcooperative Lombardia ha partecipato al Tavolo di Segreteria del Patto per lo Sviluppo di
Regione Lombardia, sottoscrivendo un “Accordo Territoriale per mitigare gli impatti economici
derivanti dall’emergenza sanitaria Coronavirus” (allegato 4), attraverso il quale il sistema socioeconomico
di Regione Lombardia sta interloquendo con il Governo italiano, al fine di garantire azioni concrete destinate a tutto il territorio regionale. Tale accordo prevede, previa emanazione di norme nazionali, il ricorso ad ammortizzatori sociali
in deroga, in grado di garantire tutele uniformi per le lavoratrici ed i lavoratori su tutto il territorio lombardo, valido indipendentemente dal settore, dimensione d’impresa, tipologia di rapporto di
lavoro, e strumenti di sostegno per le imprese e i datori di lavoro, quali misure per favorire la liquidità, l’anticipo di risorse PAC relative alla filiera zootecnica, il sostegno al comparto logistico, il
rilancio del sistema economico, produttivo, culturale e sociale lombardo, interventi per il sostegno della filiera del turismo.
Federsolidarietà Lombardia si è inoltre attivata:
- Informando tempestivamente le cooperative associate rispetto alle indicazioni diffuse dal Ministero della Salute il 22 febbraio scorso con la Circolare n. 5443 del 22/02/2020 nella
quale si forniscono informazioni per operatori sanitari e strutture sanitarie.
- Verso Regione Lombardia, per ottenere informazioni sulle tipologie di servizi coinvolti dalle
sospensioni dell’operatività, sulle successive modalità di rendicontazione per il periodo di chiusura e sull’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuali.
- Verso ANCI Lombardia, per chiedere una gestione omogenea relativa alle stesse tipologie di servizi e la definizione della questione economica per i servizi non effettuati a seguito di
ordinanze di chiusura e sospensione, evidenziando che tali costi non possono in alcun modo ricadere sulle cooperative che li gestiscono.
LIVELLO PROVINCIALE
Confcooperative Brescia si è a sua volta attivata su più livelli:
- Verso ATS Brescia e ATS della Montagna, per richiedere informazioni analoghe a quelle rivolte a Regione Lombardia, riguardanti la gestione tecnica e amministrativa dei servizi
nel corso dell’emergenza epidemiologica, quali sospensioni, istruzioni operative, rendicontazioni, attività di vigilanza. In merito a ciò gli enti sanitari preposti si sono impegnati ad inviare le opportune indicazioni ai soggetti erogatori dei servizi.
- Verso l’Associazione dei Comuni Bresciani e il Comune capoluogo, per chiedere garanzie riguardo alla remunerazione dei servizi non effettuati a seguito di ordinanze di chiusura e
sospensione, evidenziando che l’impatto economico dei provvedimenti non può ricadere sulle cooperative affidatarie.
- Partecipando ad un incontro, il 28 febbraio, organizzato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in presenza dell’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, del Presidente della Provincia di Brescia e del Vicesindaco di Brescia, con le Associazioni di categoria provinciali, nel quale state esposte le criticità che interessano da vicino le imprese cooperative locali e sostenute, a livello provinciale, le
proposte già espresse dai livelli nazionali e regionali di Confcooperative.
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È inoltre in via di pubblicazione in G.U., un decreto legge approvato dal C.D.M. del 28/2/2020, recante le prime misure di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza
epidemiologica. Rinviando ad aggiornamenti specifici, si segnalano sin d’ora, fra le misure previste:
la sospensione (con proroga al 31 maggio 2020) dei termini per versamenti e altri adempimenti relativi alle cartelle di pagamento, atti di accertamento e avvisi di addebito previdenziale nella cd “zona rossa”;
la sospensione del pagamento delle bollette di acqua, gas ed energia elettrica, fino al 30 aprile (con la previsione dell’eventuale rateizzazione delle bollette una volta terminato il
periodo di sospensione);
la sospensione del pagamento dei diritti camerali;
tutte le misure riguardanti il sostegno ai lavoratori e alle imprese (CIGO, FIS Cassa in deroga), nonché le indennità di 500 euro al mese, per un massimo di tre mesi, per i lavoratori che hanno rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, per gli agenti
commerciali, per i professionisti e per i lavoratori autonomi;
specifiche misure in favore dei soggetti che risentono delle conseguenze, anche indirette, dell’emergenza sanitaria, tra le quali: o l’incremento della dotazione del Fondo di garanzia PMI e, per 12 mesi, la garanzia della priorità della concessione del credito a quelle operanti nella “zona rossa”, ivi comprese quelle del settore agroalimentare; o misure per contrastare la richiesta indebita di certificazioni (cd di salubrità) sugli alimenti;
o l’estensione del regime fiscale delle donazioni di alimenti (non
IVA e imposte redditi) alle donazioni di altre merci (vestiario, computer ecc.);
o l’istituzione di un fondo rotativo per la concessione di mutui a tasso zero per le imprese agricole in difficoltà;
o il differimento al 15 febbraio 2021 dei termini per l’obbligo di segnalazione (c.d. “procedura di allerta”) che grava sugli organi di controllo interno e sui revisori contabili, introdotto dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14), per consentire un graduale adeguamento alla
riforma; o per le strutture ricettive, le agenzie di viaggio e i tour operator, la sospensione fino al 30 aprile del versamento dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali.
Nella consapevolezza della complessità della situazione e della gravosità dell’impatto per le cooperative, l’iniziativa di tutela di Confcooperative continuerà a esplicitarsi nelle diverse sedi